Cosa ho mangiato a Napoli in un weekend, tra pizza, fritto, ziti e sfogliatelle
25 giugno 2022
Sono arrivata a Napoli con l’estrema convinzione che avrei passato più tempo a gustare i piatti tipici che a visitare le bellezze della città, e questa intuizione si è rivelata in parte corretta. La quantità di locali, street food, specialità del luogo e i prezzi modici la rendono una meta ostile a qualsiasi tipo di dieta o agli stomaci che si riempiono facilmente. Non ho mai mangiato tanta pizza in pochi giorni come a Napoli e mai pizza mi è stata più leggera, buona e digeribile. Vorrei quotare Elizabeth Gilbert, la celebre autrice del libro “Mangia Prega Ama” quando afferma di star avendo una relazione amorosa con la sua pizza, perché il mio amore per la pizza qui ha raggiunto vette inaspettate.
Ma non solo la pizza, il fritto è qualcosa di strabiliante, i dolci, i taralli, tutto sembra invitarci ad espandere il nostro stomaco all’infinito per poter contenere tanta bontà. E, insomma, posso dire di averci provato e di aver raggiunto anche discreti risultati.
Ma, quindi, cosa ho mangiato a Napoli in poco più di 48 ore?
La pizza, ovviamente
Non si può venire a Napoli senza assaggiare la pizza, in particolar modo senza assaggiare quella che si dice sia la migliore pizza al mondo. Dal 1870 nella Pizzeria Da Michele si sfornano solo due tipi di pizze: marinara o margherita. Non so se sia la migliore pizza di Napoli, d’Italia, del mondo o della mia vita, ma so che l’ora di attesa in coda ha valso la pena e non vedo l'ora di tornare per fare il bis. Questa pizza è diventata ancora più celebre grazie al libro (e poi al film) Mangia, Prega, Ama, in cui la protagonista (nel film, Julia Roberts) la definisce come «sottile, pastosa, consistente, elastica… con una salsa di pomodoro dolce, che spumeggia quando incontra la mozzarella».
Una descrizione azzeccata.
Altre pizze che ho provato sono la pizza fritta della Pizzeria La Figlia del Presidente e la marinara della Pizzeria Donna Sofia ai Tribunali. Entrambe buonissime. Anche la pizza presso la Friggitoria Di Matteo è notevole.
Altre pizzerie che mi ero segnata, ma che non ho provato sono:
Gli ziti alla genovese
Sebbene il nome non particolarmente napoletano, gli ziti alla genovese sono uno dei piatti più tipici della città. L’origine del nome di questo ragù bianco a base di carne, cipolle, sugna e altri ingredienti non è chiara, sembra derivi da un cuoco che cucinava questa pasta ai marinai genovesi o che sia stata importata a Napoli dalla città ligure e poi successivamente adattata e modificata. Ho mangiato gli ziti alla Locanda Gesù Vecchio, un piccolo locale in pieno centro storico dall’atmosfera famigliare e calorosa, recentemente inserito all’interno della Guida Michelin come ristorante consigliato, dove gli ziti alla genovese sono descritti come la specialità della casa, e lo sono davvero. Ma non solo ziti, troviamo anche altri piatti della tradizione, come gli spaghetti alla puveriello, le uova in purgatorio, polpette al sugo, mozzarella in carrozza e molto altro. Anche la scelta di vini, locali e non, è molto interessante.
Piatti di mare
Oltre al cuoppo di mare, ovvero il fritto in cono da passeggio, Napoli offre dei piatti di pesce fresco invidiabili. Ho provato delle linguine al borgo marinaro (con cozze, vongole e gamberi) spaziali ed economiche dall’Osteria Il Gobbetto, a pochi passi da Piazza del Plebiscito. Questo locale accogliente a conduzione famigliare offre un’ampia scelta di piatti della tradizione e piatti di pesce altamente invitanti. Il Gobbetto è stato inserito all’interno della Guida Michelin come Bib Gourmand: locale con il migliore rapporto qualità-prezzo!
Le sfogliatelle
Se arrivate a Napoli che sia in treno o in aereo, facilmente dovrete fare tappa alla stazione dei treni. Da Attanasio si trovano le sfogliatelle migliori della città (affermazione corroborata anche dalle signore locali in fila per fare la scorta di dolci appena sfornati). La sfogliatella riccia ripiena di semola, ricotta, zucchero, frutta candita ed essenza viene servita calda e croccante, una vera goduria!
La "fiocco di neve"
La Pasticceria Poppella è diventata celebre per i suoi fiocchi di neve, delle piccole brioches ripiene di panna fresca, crema al latte, ricotta e, si dice, un ingrediente segreto. Sono davvero sublimi e una tappa qui durante un soggiorno a Napoli è d’obbligo!
I fritti, la frittatina di pasta e le crocché
L’apoteosi dello street food napoletano dal 1936 si trova da Di Matteo in Via dei Tribunali. Qui è obbligatorio assaggiare le crocché e le frittatine di pasta, ma anche la pizza è davvero buonissima, ideale per un pranzo al volo.
Taralli
Percorrendo Via San Biagio dei Librai, passerete davanti alla Taralleria Napoletana, sosta ideale per fare uno spuntino o un aperitivo. Personalmente, ero convinta che i taralli fossero una specialità tipicamente pugliese e invece mi sono dovuta ricredere, non solo sono tipici di tutto il Sud Italia, ma qui sono davvero sublimi. Da quelli classici ai taralli al basilico, alla sugna (ovvero grasso di maiale) e ai peperoni, a quelli dolci (ci sono anche i taralli senza glutine), l’unica difficoltà è scegliere.
Il caffé
Uno dei caffé più famosi della città è quello de Il vero bar del professore in Piazza Plebiscito. I due caffé più conosciuti sono l’Espresso del Professore (Caffè Espresso - grammatura extra - con Crema di Caffè Special del Professore 100% Arabica) e il Caffé Nocciolato (Caffè Espresso - Miscela del Professore - con Crema di Caffè e Crema di Nocciola del Professore.) Fermatevi qui per una pausa golosa accompagnando il caffé con una sfogliatella oppure fermatevi al vicino Caffé Gambrinus.
I vini
Non posso dire di aver bevuto molti vini a Napoli, ma ne ho assaggiati un paio davvero notevoli. Il primo è stato in accompagnamento agli ziti alla genovese: l’Aglianico, un vino rosso intenso e profumato, mentre il secondo è stato un bianco frizzante, il Falanghina, scovato per caso in una bellissima enoteca a pochi passi dal Duomo, l’Enoteca Del Grottino.
Di posti in cui mangiare ne avevo segnati a bizzeffe, questi sono alcuni di quelli che sono riuscita a provare, gli altri li lascio qui, per una prossima gita partenopea:
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