Cosa ho visto e cosa ho mangiato a Palermo in 3 giorni
15 luglio 2021
Palermo per me è stata il caldo opprimente di fine giugno e il calore delle serate della Vucciria, i canti etnici che ti fanno sentire ancora più a Sud, gli odori dei mercati, del fritto, della brace. La bellezza di una città dalla cultura complessa e l'architettura che attraversa secoli, dominazioni e stili. Chiese barocche, chiostri incantevoli, cupole rosse e mosaici bizantini. Palermo è stata cibo incredibile: un cannolo gigante che ho fatto fatica a finire, la mia prima granita alla mandorla, la cassata, le sarde a beccafico, le polpette della nonna e le arancinette. Palermo è stata per me la sensazione di trovarmi di fronte a un luogo dalle mille contraddizioni, tra magnificenza e abbandono, fatiscenza e meraviglia.
Cosa ho visto a Palermo in 3 giorni
Quattro canti e Piazza Pretoria
Cominciamo dal cuore pulsante della città, i “Quattro Canti” è la piazza che separa i quattro quartieri storici della città. Il suo vero nome è Piazza Villena, ma viene chiamata anche Teatro del Sole, in riferimento alla bellezza e all’aspetto scenografico dei palazzi che la circondano.
A poca distanza spicca nella sua bellezza la Piazza Pretoria con l’omonima Fontana barocca ornata di statue che ritraggono esseri mitologici.
Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria
Da fuori appare come una modesta chiesa, ma l’interno si rivela in tutto il suo splendore barocco. È possibile salire sul tetto da cui si ha una bellissima vista sulla piazza e i palazzi circostanti, ma la vera chicca è il chiostro, un luogo di pace nel trambusto cittadino. Qui si trova la cooperativa I Segreti del Chiostro, dove è obbligatorio assaggiare uno dei loro squisiti dolci della tradizione: dai cannoli fatti al momento, alle granite alla frutta martorana.
Chiesa di San Cataldo e La Martorana (Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio)
Davanti alla Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, spiccano queste due chiese, lo scorcio che più mi ha incantata del centro della città. La Chiesa di San Cataldo si contraddistingue per le cupole rosse di origine araba, mentre l’interno risulta piuttosto spoglio, al contrario della sua controparte, la Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, ricca al suo interno di mosaici bizantini.
I mercati: Vucciria e Ballarò
Sono i mercati i luoghi in cui più di tutti si respira l’anima di Palermo. Ballarò è il più antico tra i mercati della città, dove ci si reca per comprare frutta, verdura e cibo fresco durante la giornata. Si estende da Piazza Casa Professa ai bastioni di corso Tukory verso Porta Sant’Agata tra le urla dei venditori (le abbanniate), gli odori di street food, pesce fresco, frutta, verdura e spezie. L’atmosfera è quella di un suq, retaggio del dominio arabo, mentre il caldo di fine giugno ci fa sentire in pieno deserto.
La Vucciria ha perso la propria identità di vero e proprio mercato, diventando un luogo che si anima di notte, tra street food, stigghiolari, musica e danze. “Vuccirìa” in palermitano significa “confusione" ed è chiaro dalla vita che anima questo luogo.
Chiesa di San Giovanni degli Eremiti
A poca distanza da Ballarò, troviamo questa chiesa, riconoscibile per le 5 cupole rosse che sormontano la struttura a cubo, secondo la tipica combinazione araba di cubo + sfera a simboleggiare l’incontro tra terra e cielo. Gli interni sono piuttosto spogli, ma la vera bellezza sta nel chiostro, un giardino rigoglioso di palme e altre piante sotto cui cercare un po’ di frescura. È possibile salire sul campanile della vicina Chiesa di San Giuseppe Cafasso per godere della vista sulle cupole.
Dal fascino esotico e la magnificenza di un imponente luogo di culto, la Cattedrale di Maria S.S. Assunta è il connubio delle dominazioni che hanno segnato la città: da quella araba a quella normanna, in un profluvio di nuove costruzioni che si sono susseguite negli anni.
Casa Professa (Chiesa del Gesù)
Se dall’esterno questa chiesa non sembra aver molto da dire, l’interno di questo luogo di culto eretto dall’ordine dei gesuiti lascia semplicemente senza fiato. Il barocco siciliano qui vede la propria apoteosi, in un profluvio di dettagli.
Palazzo Reale (o dei Normanni) e Cappella Palatina
Costruito durante la dominazione araba del IX secolo, ma ampliato e abbellito in epoca normanna, questo palazzo dalle molteplici sfaccettature è la più antica residenza reale d’Europa. Dal 2015 entra a far parte del Patrimonio dell'Umanità dell’Unesco, nell’ambito del sito seriale "Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale”.
Dopo aver ammirato gli Appartamenti Reali, la vera meraviglia del palazzo è la Cappella Palatina. Voluta da Ruggero II nel 1132, questo luogo di culto è la perfetta commistione di stile occidentale, bizantino e moresco, con la pianta latina a tre navate, l’architettura araba e i mosaici a ricoprire completamente il soffitto.
Libreria del mare e ZTL Zona a Traffico Librario
Di fronte alla Cala, si trova la Libreria del Mare, una libreria a tema marino, con pesci di tutte le forme e i colori appesi al soffitto, e libri che spaziano dalla narrativa alla manualistica che sbucano da ogni angolo.
La Biblioteca Privata Itinerante “Pietro Tramonte”, invece, è il progetto di un ragioniere pensionato con la passione per i libri. Nel 2013 Pietro Tramonte comincia esponendo i 5000 libri della propria collezione privata. Da itinerante, questa biblioteca ha trovato casa nel contesto di Piazza Monte Santa Rosalia e si è arricchita di nuovi volumi grazie ai contribuiti di molti appassionati.
Il suo fondatore è ancora lì, disponibile per condividere una chiacchiera. Comprare un libro qui è d’obbligo, anche solo per sostenere l’iniziativa!
Orto botanico dell'Università degli Studi di Palermo
“Nel giardino pubblico vicino alla marina ho passato ore di quiete soavissima. È il luogo più stupendo del mondo. Nonostante la regolarità del suo disegno, ha un che di fatato; risale a pochi anni or sono, ma ci trasporta in tempi remoti.”
Così Johann Wolfgang von Goethe descriveva queso giardino nel suo Viaggio in Italia. Oggi l’Orto Botanico che accoglie oltre 12.000 specie differenti di piante è un’istituzione museale e didattica dell’Università di Palermo in cui passeggiare tra aquarium, serre e piante esotiche.
Palazzo della Zisa
Zisa, in arabo al-aziz significa “splendida”. Il palazzo della Zisa, concepito come dimora estiva dei re, rappresenta uno dei migliori esempi del connubio di arte e architettura arabo-normanna. Struttura dal fascino esotico, all’interno ospita la sede del Museo di Arte Islamica.
Cosa (e dove) ho mangiato a Palermo
‘Nni Franco U’ Vastiddaru
Questo locale offre il tipico street-food siciliano: arancine, panini ca’ meuza, panelle, crocché e molto altro a prezzi modici. È stato il primo locale in cui sono stata a Palermo e il gusto del fritto, le arancinette ancora calde e le panelle che si sciolgono in bocca sono tra i ricordi che serbo con maggior affetto di questo weekend in città.
A pochi passi dalla Vucciria, questo locale moderno, nominato Bib Gourmand dalla Guida Michelin (ovvero ristoranti di qualità a buon prezzo), offre i piatti della tradizione con ingredienti di stagione a Km 0. Qui ho assaggiato lo sfincione (ovvero un pane pizza con sopra una salsa a base di pomodoro, cipolla, acciughe, origano e pezzetti di formaggio tipico siciliano), animelle (interiora) di vitello, le sarde a beccafico e il piatto di punta del ristorante: i bucatini con sarde e finocchietto.
Moltivolti un’associazione no-profit, un ristorante e uno spazio adibito a co-working. Questo luogo nasce come punto d’incontro di una realtà multietnica come quella di Ballarò: Moltivolti è infatti un ristorante siculo-etnico dove è possibile assaggiare piatti della tradizione siciliana come la pasta alla norma, assieme a piatti del vicino e medio oriente, come il cous cous, il mafé senegalese (buonissimo), la moussaka e molti altri.
“Non si vive di sola parmigiana, cannoli e seltz al limone”, scrivono sul sito le “pipol” di FUD Bottega Sicula, un locale dal nome in un inglese maccheronico (come tutto il menu del resto) che ripropone in chiave slow food l’icona del fast food: l’hamburger, preparato con ingredienti locali di qualità e accompagnato da birre siciliane. Il locale è moderno e accogliente così come il dehors che affaccia su Piazza Olivella. Non solo a Palermo, questo locale ha una sede anche a Catania e una a Milano.
Casa Stagnitta
Ideale per una colazione o una merenda, questo locale a due passi da Piazza Bellini offre una vasta selezione di caffé, ma non solo: anche brioche e granite.
Pasticceria storica famosa per la torta settestrati (o setteveli), un dolce composto da sette strati di diversi cioccolati. L’origine di questa torta è dibattuta tra questa pasticceria e i pasticceri Luigi Biasetto, Cristian Beduschi e Gianluca Mannori che hanno presentato il dolce a Lione, nel 1997, in occasione della Coppa del Mondo di Pasticceria (peraltro vincendola proprio con questo dolce).
Che questo famigerato dolce sia nato nei laboratori dei tre maestri pasticceria o all’interno della Pasticceria Cappello, una tappa qui è d’obbligo per assaggiare uno dei tanti dolci esposti: dalla cassata alla frutta martorana.
Farmacia Alcolica
Ho scoperto questo locale quasi per caso passeggiando per una via del quartiere Kalsa. Oltre agli arredi stupendi ed eccentrici dell’interno, tra insegne a neon, biciclette appese al soffitto, oggetti che sembrano usciti dal retrobottega di un antiquario, la particolarità sta nei cocktail, dai nomi di farmaci, come spritz vitamina C, aspirina e toradol.
Costruita sui locali di un’ex tonnara, questa osteria dall’atmosfera semplice e accogliente, propone piatti tipici della tradizione siciliana. Mangia e Bevi vuole offrire la tipica “cucina della nonna”, quella fatta di sapori semplici e genuini e ci riesce benissimo. Il dehors è ampio e, nonostante sia sempre pieno, un tavolo lo si trova. Qui ho mangiato delle buonissime arancinette e delle polpette col sugo stratosferiche.
SMM and Content Creator, part-time mermaid, hopeless writer
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