Due giorni a Gerusalemme, la Città Santa crocevia di religioni, tra luoghi sacri, mercati colorati, ceramiche armene e monumenti alla memoria
12 gennaio 2023
Non è necessario essere credenti per avvertire l’energia che scorre tra le mura e le strade di Gerusalemme, tra i canti dei muezzin e le preghiere sussurrate al Muro del Pianto, tra i passi che riecheggiano in chiese antiche e l’accalcarsi della folla tra le bancarelle del mercato. Una città divisa, di un candore che nasconde un passato tragico e un presente che si trascina un dolore antico come il mondo.
Non è necessario credere in alcun Dio, che sia Yaveh o Allah per salire sulla Spianata delle Moschee e sentire che qualcosa di sacro esiste e supera ogni nostra comprensione, per commuoversi di fronte al Muro Occidentale, per disperarsi di fronte alle atrocità che nessuna parete potrà mai contenere.
Non serve credere a un Messia per capire che di Dolorosa non c’è una sola via a Gerusalemme, e che tutto il Paese è una ferita aperta che il tempo non ha ancora cicatrizzato.
Non serve piangere, parlare o protestare a gran voce se prima non si è pronti ad ascoltare, che siano i canti dei muezzin, le confessioni sussurrate in una chiesa, le preghiere di fronte a un muro.
Cosa vedere a Gerusalemme in due giorni
Ho trascorso due giorni e una notte a Gerusalemme, alloggiando presso Leonardo Hotel Jerusalem, a poca distanza dalla città vecchia.
L'itinerario qui descritto è fattibile in due giorni, ma non cìè dubbio che a Gerusalemme ci sia moltissimo da vedere, è una città che va vissuta e "respirata", girovagando senza meta tra le strade acciottolate, alla ricerca dei segni di antichi passaggi, tra le chiese e le botteghe artigiane, i bazar e i locali di prodotti tipici.
Monte del Tempio/Har HaBayit/Al Haram Ash Sharif
Se c’è un luogo tanto sacro quanto tumultuoso a Gerusalemme, questo è il Monte del Tempio, noto anche come Spianata delle Moschee, un sito religioso unico nel suo genere, in quanto sacro per le tre grandi religioni monoteiste: Ebraismo, Cristianesimo e Islam. Il Monte del Tempio è, infatti, sacro per gli ebrei in quanto sede del Primo e del Secondo Tempio, di cui oggi rimangono solo alcuni tratti del Muro Occidentale, il Muro del Pianto, dove gli ebrei usano recarsi in preghiera. Per i musulmani, invece, il Monte del Tempio è sacro perché, secondo la tradizione, il profeta Maometto venne assunto in cielo dalla roccia situata in cima al monte, oggi all'interno della Cupola della Roccia (secondo la religione ebraica si tratta della roccia sulla quale Abramo avrebbe offerto in sacrificio il figlio Isacco). E infine, Il Monte del Tempio è un luogo sacro per i cristiani che condividono con gli ebrei le memorie del Tempio di Israele. La Cupola della Roccia e la vicina Moschea Al Aqsa non sono aperte al pubblico, ma solo i fedeli di religione isalmica possono accedervi. La spianata delle moschee è, invece, accessibile a tutti, ma solo in due momenti della giornata e la fila per entrare può essere lunga (consiglio quindi di arrivare almeno mezz’ora prima dell’apertura dell’ingresso). È necessario essere ben coperti (questo vale soprattutto le donne) ed è vietato introdurre qualsiasi oggetto di natura religiosa.
Vista da Rekhav'am Observation Point
Da questo Observation Point è possibile godere di una vista impareggiabile sulla città, con la Cupola della Roccia che si staglia impavida tra le viuzze del centro storico, le case dall’inconfondibile colore e la vita che brulica nei quartieri di Gerusalemme.
Via Dolorosa
La Via Dolorosa è il percorso che si crede abbia compiuto Gesù portando la croce fino al Calvario, prima di essere crocifisso. Questa strada è composta da 9 stazioni, scandite lungo i 600 metri che portano fino alla Chiesa del Sacro Sepolcro.
Basilica del Santo Sepolcro
Che siate religiosi o meno, non vorrete andarvene da Gerusalemme senza essere entrati nella Basilica del Santo Sepolcro, uno dei luoghi più sacri al mondo per la religione cristiana e meta di pellegrinaggio da secoli. Questa chiesa venne costruita sul luogo che i cristiani identificano con Il Calvario, o il Golgota, dove le Sacre Scritture narrano che Gesù venne crocifisso, morì e risorse.
Muro del Pianto
Il Kotel, la porzione di Muro Occidentale rimasto in piedi dell’originale struttura del Secondo Tempio di Gerusalemme è uno dei siti più affascinanti e “potenti” che vedrete a Gerusalemme. Il muro è suddiviso in due zone, dedicate rispettivamente a uomini e donne e per accedervi è necessario passare attraverso dei controlli di sicurezza e vestirsi in maniera decorosa. Il Muro occidentale è conosciuto anche come “Muro del Pianto”, non perché i credenti piangano di fronte a questa parete di pietra, ma perché recitano le preghiere con ripetitivi movimenti del capo, oscillando col corpo avanti e indietro, spesso toccando o baciando la pietra del Muro e lasciando dei bigliettini tra le fessure, preghiere e desideri che si spera vengano ascoltati ed esauditi.
Yad Vashem è più di un museo, è un vero e proprio monumento nazionale dedicato alla memoria dei sei milioni di ebrei massacrati durante l’Olocausto. Questo museo all’estrema periferia occidentale della città è un incredibile capolavoro di design, il cui centro è costituito da un’arca di cemento che penetra nella terra e che ospita il Museo della Storia dell’Olocausto, 9 gallerie che ripercorrono la storia in ordine cronologico e tematico. Alla fine della visita si giunge alla Sala dei Nomi, un archivio circolare che raccoglie le biografie delle vittime dell’Olocausto, un lavoro non ancora terminato e che prosegue senza sosta. Yad Vashem è infatti anche un centro di ricerca che lavora per raccogliere i nomi delle vittime rimaste finora anonime. Nelle stanze adiacenti alla Sala dei Nomi è possibile accedere al vastissimo database del Museo e ricercare i nomi di parenti e amici scomparsi durante l’Olocausto.
Non solo un museo, un monumento, un’opera di design e un centro di ricerca, ma un luogo della memoria costruito nella Terra nata dalla stessa strage che racconta.
Ceramiche armene
Gli artigiani di Gerusalemme sono concordi nel sostenere che la loro città sia l’unico posto al mondo in cui si producono ancora autentiche ceramiche armene. Che ciò sia vero o un’esagerazione, il Sandrouni Armenian Art Center è il posto dove recarsi per trovare delle ceramiche artigianali meravigliose, souvenir ideale della Città Santa.
Il Mercato Mahane Yehuda è un labirinto di bancarelle colorate che vendono frutta e verdura, pesce, halva, falafel, olive, dolci, succhi, spezie. Montagne di colori e sapori, dove trascorrere qualche ora alla ricerca dello spuntino perfetto.
Sono sicura che questo non sarà il mio ultimo incontro con Gerusalemme, una città che va vissuta fin nelle ossa, che ha tanto da raccontare e merita di essere vista, compresa, studiata in tutta la sua complessità, nelle innumerevoli sfacettature e contraddizioni di un Paese di cui è capitale.
Per ora, a presto, Gerusalemme.
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